
Il tanto dibattuto Decreto Sicurezza è legge. Il voto finale al Senato ha visto 109 sì, 69 contrari e un’astensione.
Il pacchetto normativo, che prevede 14 nuovi reati, sta acuendo le fratture tra una sinistra che denuncia il pericolo di “derive repressive” e “svolte autoritarie”, rischiando però di convalidare l’insensibilità alle istanze dei cittadini su questi temi, e una destra che, confermando tendenze “muscolose” ma pragmatiche, sembra intercettare meglio i bisogni delle persone comuni, specie dei più anziani (ma non solo), proprio sui temi della sicurezza.
Pur con qualche eccesso, evidenziato in via preliminare dal Quirinale, ad esempio sulle madri incinte incarcerate, e qualche scelta discutibile, come quella di di garantire “carta bianca” agli esponenti dei servizi segreti, il decreto tocca problemi con cui si confrontano quotidianamente tanti comuni cittadini. Problemi che spesso diventano enormi grane.
Ad esempio, l’occupazione delle case viene spesso giustificata da ambienti di sinistra, come nel caso dell’eurodeputata Ilaria Salis. La trasmissione Fuori dal coro di Mario Giordano su Retequattro ne ha fatto un vessillo, dimostrando non solo che questo atto illegale risponde più a logiche di business sistematico che non di bisogno individuale, ma che esistono veri e propri racket che fanno leva sull’impunità. Non si può che convenire, pertanto, con le nuove procedure d’urgenza per il reintegro nel possesso prevista dal Decreto Sicurezza, dal momento che finora un’occupazione garantiva l’abuso anche per tre anni e oltre, con l’obbligo per il proprietario, tra l’altro, di pagare tasse, oneri condominiali e altro. Ora è sufficiente fare una denuncia alla polizia giudiziaria, sperando in un’accelerazione significativa dell’iter. Quindi parliamo di una nuova norma di buonsenso che dovrebbe unire le forze politiche anziché dividerle, soltanto per capricci ideologici.
Condivisibile anche la stretta su imbrattamento e deturpamento delle cose altrui, compresi i beni pubblici, pratica che ha imbruttito enormemente le nostre città. Ora si rischia fino a tremila euro di multa e, per i casi più gravi, fino ad un anno e sei mesi di carcere. Un’esagerazione? Non proprio, visto che oggi i “deturpatori” risultano quasi sempre impuniti.
Lo stesso discorso vale per quelle deprecabili azioni di ostruzione per creare blocchi stradali o ferroviari o impedire la realizzazione di opere pubbliche, manifestazioni attuate in particolare dai cosiddetti ambientalisti. Al di là dell’adesione o meno ad un ideale, questi atti compiuti in genere da pochi eccedono nella prepotenza verso ampie masse di cittadini, spesso alle prese con esigenze lavorative o sanitarie.
Giri di vite – pure questi condivisibili – per chi sfrutta i minori per l’accattonaggio, per le rivolte in carcere e per l’odiosa attività delle truffe agli anziani, con multe estese fino ai tremila euro e carcere da due a sei anni.
Davvero tutto ciò rientra in una “deriva liberticida”, come dichiara qualche leader del centrosinistra? Perché esponenti dei partiti di opposizione continuano a valutare con sufficienza questi reati che invece toccano larghe fasce del nostro tessuto sociale, investendo in particolare i più fragili? Perché per anni nessun legislatore si è accorto delle case occupate o delle truffe agli anziani?
Perlomeno questi “buonisti” della circostanza (e della convenienza) farebbero bene a leggersi i sondaggi che attestano come questi temi della sicurezza rientrino sempre tra quelli tenuti più a cuore dalla maggior parte degli italiani.